Il reportage fotografico è un insieme d’immagini con un senso compiuto in grado di infondere emozioni, scalpore, clamore. Come nei film il reportage ha un regista, uno sceneggiatore ed un autore della storia che corrispondono tutti in una sola persona: il fotografo.
Anche il fotografo ha la sua storia da raccontare.
La storia del fotografo, però è priva di testo e tutto quello che egli racconta lo fa solo attraverso delle immagini. Una cronaca fotografica curata nello spazio e nel tempo, mediante un dettaglio dei fatti che si succedono. Il reportage fotografico non è basato sulla fantasia, ma esprime con la realtà una serie di eventi legati tra di loro da un filo conduttore unico, con un inizio ed una fine precisa.
Non deve raccontare quello che il fotografo vuole, ma ciò che le circostanze che ha intorno gli raccontano. Non può basarsi né sull’inganno, né sulla costruzione, ma deve solo riportare la verità.
Si deve narrare un avvenimento attraverso delle immagini che raccontino un momento, e in cui i protagonisti non siano in posa, statici, che guardano l’obiettivo. Le immagini devono essere fatte quasi ad insaputa del soggetto. Per fare un ottimo reportage bisogna diventare parte del luogo. Richiede velocità e riflessi pronti, anche perché un evento può verificarsi in un arco di tempo molto stretto.
La fotografia di reportage viene usata molto nel giornalismo, particolarmente per documentare guerre, calamità e la vita delle persone in circostanze difficili. Tutte le foto devono essere dotate di una certa autonomia, cioè devono essere in grado di parlare sia da sole sia nel contesto di tutto il reportage.
Il numero d’immagini non aumenta la qualità della fotografia di reportage. Qualità che si ottiene con una buona conoscenza delle tecniche narrative ed un talento speciale.
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