Quanti di voi si sono ritrovati ad acquistare un prodotto di cui non avevano veramente bisogno? O a scegliere fra due di uguale contenuto solo basandosi sul nome del brand, sul packaging o sull’esclusività dello stesso?
Senza abbandonarci a stime e sondaggi dettagliati, almeno 1 persona su 3 nel suo quotidiano effettua i suoi acquisti lasciandosi guidare dall’appagamento dei propri desideri.
Di fatto non si compra solo per necessità, per soddisfare i bisogni primari. Qualcuno più vicino alle logiche del mercato commenterà subito con un “niente di nuovo sotto il sole”; eppure considerando le reazioni conseguenti alla limited edition firmata da Chiara Ferragni la situazione non appare così scontata.
Ma procediamo per step:
Chiara Ferragni stipula un accordo con la Evian, marchio di acqua minerale appartenente al gruppo francese Danone, per la commercializzazione di una bottiglia in vetro limited edition che presenta una maggiorazione sul prezzo consueto del prodotto di 1 euro.
A distanza di un anno per via di un contenuto virale (una fotografia riportante il costo, pari a 8 euro), quella stessa bottiglia, arrivata nel frattempo al sold out, diventa oggetto d’indignazione e finanche di attacco da parte del Codacons che ne definisce la commercializzazione “immorale”. Indignazione che non sembra aver trovato terreno fertile nella nascita precedente di siti come acquedilusso.it, che si dedicano proprio alla vendita di acque dal costo esoso e dall’appeal lussuoso.
La questione diventa interessante da analizzare proprio sotto questo profilo, poiché ci aiuta a capire quanto oggi la divulgazione social possa avere un ruolo decisivo nell’informazione, nella conseguente partecipazione ma soprattutto nella vendita.
Non serve dunque indignarsi, spegnete gli animi perché prodotti esclusivi come questi esistono solo in risposta ai nostri acquisti. Il marketing dell’esclusività ce lo insegna: poter avere un prodotto esclusivo nella sua confezione quanto che nella sua distribuzione, seppur basilare nel suo contenuto, appaga appieno i nostri desideri.
D’altronde non era questa la risposta che avete dato alla domanda iniziale?
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