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Immagine del redattoreWeb Social Agency

Riforma sul copyright: cosa cambia


Lo scorso 26 Marzo il Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria ha votato a favore della riforma sul copyright, la nuova e discussa direttiva che ha lo scopo di aggiornare la normativa sul diritto d'autore in tutta Europa. Tale approvazione è il frutto di un intenso dibattito durato circa due anni, tra esperti di diritto, attivisti, gruppi editoriali e grandi piattaforme.


In particolare, nell'occhio del ciclone sono finiti due articoli della normativa, ossia gli attuali articoli 15 e 17 (rispettivamente 11 e 13 della versione originaria). Entrando nel dettaglio, il primo prevede la possibilità da parte degli editori di poter autorizzare o bloccare l'utilizzo digitale delle loro pubblicazioni prevedendo una nuova remunerazione per l'editore stesso. In altre parole, l'articolo 15 potrebbe portare all'istituzione di una tassa che le grandi piattaforme on line, come Facebook o Google dovrebbero riconoscere agli editori, per poter pubblicare e condividere le notizie.

L'articolo 17 prevede per le società che danno accesso a grandi quantità di dati, di adottare misure per controllare anticipatamente tutti i contenuti caricati dagli utenti.


LE PUBBLICAZIONI ONLINE


Nella pratica, tutte le piattaforme che gestiscono milioni di dati, video e foto, dovrebbero verificare che ogni cosa pubblicata on line non possa ledere il diritto di autore. A questo proposito, è doveroso ricordare come un controllo preventivo dei contenuti possa fungere da vero e proprio filtro alla libera circolazione delle informazioni su internet, dopo le problematiche creata dall'entrata in vigore del Gdpr.


COSA CAMBIA


Dopo questa doverosa premessa, andiamo a vedere come potrebbe cambiare l'utilizzo di internet all'interno del mercato digitale unico in Europa:


- Per poter condividere articoli o frammenti di essi si dovrebbe ottenere un'apposita licenza a pagamento da parte dell'editore;

- Condividere sui social network un articolo senza licenza è violazione del copyright: l'anteprima dell'immagine o il frammento di testo che Facebook, Twitter o Google generano automaticamente quando si condivide un indirizzo web sono soggetti a licenza;

- L'indicizzazione sui motori di ricerca potrebbe diventare più problematica in quanto per poter fornire all'utente i risultati di ricerca si dovrebbe creare un database in cui vengano inseriti i materiali coperti da copyright.

- Le grandi piattaforme dovranno pagare i contenuti condivisi da artisti e giornalisti e dovranno essere responsabili nel caso di violazione del diritto di autore dei contenuti da loro ospitati. Da questo sono esentate le società che fatturano meno di 10 milioni l'anno e con meno di 5 milioni di utenti mensili.


I CONTENUTI ESCLUSI


Esclusi dal diritto di autore Wikipedia, Open Source, meme: il caricamento di contenuti di enciclopedie on line che non hanno fini commerciali o piattaforme di condivisione Open Source, sono esonerati dall'obbligo di rispettare le nuove regole.


Gennaro Scofano


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